Patrimonio Culturale della Pesca

seguici su:

Tradizionali attrezzi da pesca

Cogolante

Cogollo (detto anche, in altri termini: cogol, cugullo, tofone, rete a labirinto; Cerioni et al., 2013): Rete trappola con bocca rigida, preceduta da due bracci di incanalamento. La rete è costituita da camere tronco coniche successive che impediscono la fuga del pesce catturato. Quest’ultimo viene prelevato salpando solo l’ultima parte della rete, cioè l’ultima camera.

Il cogollo è generalmente calato in prossimità della riva ed è ben visibile al pelo dell’acqua e segnalato da appositi segnali e bandiere.
Le tecniche di pesca artigianale multispecifica sopravvissute fino a oggi includono principalmente l’impiego di attrezzi fissi (reti e trappole). I più diffusi sono le reti da posta, che possono essere utilizzate da sole o in gruppi e possono essere con o senza cogòlli (cioè trappole), note anche come bertovelli, costituite da diverse camere a forma di cono uno dentro l’altro che si stringono sempre di più fino all’ultima camera, cioè quella dove il pesce rimane prigioniero. Le più comuni sono le tresse con cogòlli, che hanno completamente sostituito l’uso della seragia (rete composta di vari pezzi che veniva posizionata con l’alta marea, in modo da cingere completamente una vasta zona di laguna che, in corrispondenza delle basse maree più pronunciate, emergeva). Il pesce, al calare della marea, cercava di fuggire, ma si trovava la via sbarrata venendo catturato nei “cogòlli”. I cogòlli (apertura maglia minima 12 mm) sono posizionati in modo che il pesce vi entri sia con marea entrante sia uscente. Quando l’acqua entra in laguna, i pesci si spostano verso le aree di basso fondale mentre, quando l’acqua esce dalla laguna, tornano nelle zone più profonde o escono in mare. Seguendo la corrente il pesce incontra le reti e le fiancheggia per finire imprigionato nei cogòlli, all’interno dei quali viene generalmente collocata un’esca. Si pescano principalmente il latterino, il ghiozzo gò, la passera, i cefali, il granchio da moeca, il gambero grigio e la seppia. Esempi di cogollo sono presenti nel Museo Galleggiante di Chioggia (Fonte: chioggiamuseogalleggiante.com). Come si legge dal sito Chioggia pesca, i cogolli servono proprio per la pesca lagunare. La tipologia di pesca con cogollo è stata censita durante un progetto promosso dal Ministero dei Beni Culturali per l’attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano (2013) ed inserita tra gli “itinerari” che appartengono al Patrimonio Culturale Immateriale del Veneto (https://itinerariveneti.beniculturali.it/).

COGOLANTE: con questo termine si indica il pescatore che utilizza il “cogollo”. L’attività di pesca in laguna e in mare si fraziona in una serie di specializzazioni individuabili, specie a Chioggia, dalla presenza del suffisso -ante. Distinzioni vengono fatte in base a tipo di imbarcazione usata (battellante, bragozzante, zatarante), agli strumenti da pesca (cogolante, fossinante, parangalante) e alle attività collaterali (sabionante, mestiere strettamente legato all’interdipendenza tra i fiumi, la laguna e il mare, dove il sabionante si affiancava al barcaro) (Reffo, 2017).

Indicata dal FLAG GAC Chioggia Delta del Po in relazione alla specifica attività di cattura di piccoli granchi (moeche) solo in determinati momenti dell’anno, durante la loro fase di muta tra un carapace e l’altro.

Comunità, gruppi o individui a cui il bene è legato:
Pescatori tradizionali da Chioggia a Laguna di Venezia
Dimensione locale, regionale, interregionale, nazionale, sovranazionale o internazionale:
Interregionale, sebbene altrove sia ormai un tipo di pesca in disuso. Ad esempio, a Cattolica (RN) l’ultimo pescatore, riconosciuto da tutti come il più capace, sia a costruire il cogollo che ad utilizzarlo, è stato Primo Coli, per tutti “Muròt”.
Quali fattori ne stanno causando la scomparsa:
Meccanizzazione e progresso tecnologico, Ricambio generazionale

Bibliografia:

Reffo, I. Lingua e storia degli antichi mestieri veneziani Tesi di Laurea Magistrale in Linguistica, Università degli Studi di Padova AA 2016-2017