Patrimonio Culturale della Pesca

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Tradizionali attrezzi da pesca

Pesca con i cerchietti

Si tratta di una tecnica e relativa strumentazione ‘da posta’ utilizzata per la pesca delle lumachine di mare (Nassarius mutabilis), costituita da una serie di cerchi metallici di diametro progressivamente ridotto, collegati tra loro e a sostenere una rete. Lo strumento viene calato da piccole imbarcazioni e lasciato sul fondale in attesa dell’ingresso delle lumache di mare, attirate da un’esca posta nell’unica apertura della rete. Lo strumento utilizzato, esclusivamente per la cattura di questo gasteropode e introdotto, a quanto pare, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, è il nassino, detto anche cestino o cerchietto. I nassini sono trappole di forma troncoconica che poggiano stabilmente sul fondo con la base maggiore (diametro di circa 42 cm), mentre l’apertura d’ingresso per le prede è rappresentata dalla base superiore più piccola (circa 21 cm). Un tempo erano realizzati in vimini mentre ora sono costituiti da un’impalcatura in tondino di ferro o acciaio sulla quale è montata ben tesa una rete con maglia molto piccola (in genere 18 mm). La rete, in poliammide o poliestere, è montata sulle pareti laterali oblique, con la superficie liscia verso l’interno per rendere difficoltosa la fuoriuscita della lumachina di mare, e con la superficie ruvida verso l’esterno per facilitarne invece l’ingresso. Questo espediente, insieme con altri accorgimenti escogitati nel perfezionamento di questa trappola, testimoniano le conoscenze acquisite dai pescatori, con l’esperienza, anche riguardo alla biologia e all’etologia della lumachina di mare. Poiché N. mutabilis è un animale carnivoro e necrofago (cioè si nutre di materiale organico morto), i pescatori sono soliti porre all’interno dei nassini del pesce azzurro morto, come esca. Durante l’inverno e l’inizio della primavera, periodo che coincide con la stagione riproduttiva, le lumachine entrano all’interno dei nassini anche per riprodursi, come testimonia la presenza di un elevato numero di capsule ovigere sulle pareti laterali degli attrezzi. È proprio in questo periodo che, secondo i pescatori, il prodotto raggiunge il livello qualitativo più elevato. I nassini vengono fissati su una cima ad una distanza variabile da 5 a 10 m l’uno dall’altro a formare “cali” di 150- 200 trappole che sono salpati (prelievo del prodotto pescato, innesco con pesce morto e controllo dei nassini) ogni 24-48 ore in base all’abbondanza della specie.

I nassini, come del resto le trappole in generale, sono molto selettivi, consentendo la cattura di un limitato numero di specie accessorie. Oltre alla lumachina di mare, nei nassini, entra, come specie commercializzata il Naticarius stercusmuscarum (natica), mentre fra le specie scartate, se si eccettua la cattura di un esiguo numero di piccoli crostacei (Liocarciuns vernalis) e ghiozzi (Gobius niger), una notevole importanza è assunta dal Nassarius reticulatus, un altro gasteropode che è in diretta competizione con la lumachina di mare occupando la stessa nicchia ecologica, dal momento che vive nello stesso habitat e ha le stesse abitudini alimentari. Quest’ultima specie è catturata spesso in grandi quantità (fino al 40-50% e oltre della cattura totale), rendendo la fase di cernita del prodotto lunga e difficoltosa. Negli ultimi anni la risorsa N. mutabilis ha subito un evidente calo imputabile forse ad un eccessivo prelievo e ad una scorretta gestione.

Questa attività di pesca è prettamente stagionale: i cali sono posizionati in mare all’inizio della stagione di pesca (inizio autunno) e recuperati definitivamente al suo termine (fine primavera). La pesca della lumachina di mare è diffusa lungo tutta la costa adriatica, in prossimità dei fondali sabbiosi e fangosi, soprattutto in Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Molise (De Nicolò, 2017). N. mutabilis è rimasta praticamente l’unica specie commerciale il cui sfruttamento è ancora completamente a carico della piccola pesca artigianale, attuata con attrezzi da posta. Praticamente la totalità degli sbarchi è realizzata dalla piccola pesca costiera e rappresenta per essa l’attività economica più importante nel periodo invernale.

La pesca della lumachina di mare è attualmente disciplinata dal D.M. del 30/11/1996 che stabilisce la misura di 20 mm (altezza della conchiglia) come taglia di cattura minima e vieta la pesca con i rapidi o “sfogliare”. A questo si aggiungono poi specifiche Ordinanze delle locali Capitanerie di Porto che stabiliscono i periodi di pesca e i quantitativi di cattura. In Abruzzo la pesca è consentita dal 15 ottobre al 31 maggio di ogni anno.

Il quantitativo massimo giornaliero è di 100 kg per unità da pesca con una sola persona di equipaggio, con una tolleranza di ulteriori 50 kg per ogni membro dell’equipaggio in più. È consentito l’impiego di un massimo di 500 cestini da pesca per ogni imbarcazione.

Comunità, gruppi o individui a cui il bene è legato:

Comunità di pesca artigianale della costa adriatica.
Dimensione locale, regionale, interregionale, nazionale, sovranazionale o internazionale:
interregionale (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo) nell’accezione di pesca tradizionale. La pesca alla lumachina si è invece evoluta in alcune zone della Francia come la Camargue. Esempi di collaborazione sul tema: Progetto NASSARIUS Mediterranean Resource Management and Adding Value, 2018
Quali fattori ne stanno causando la scomparsa:
Meccanizzazione e progresso tecnologico, ricambio generazionale, diminuzione della risorsa come evidenziato da IZSAM (2015)

Bibliografia:

De Nicolò, M.L. (2017). Lumachino Nassarius, Tritia mutabilis. Pesca e tradizioni alimentari. O.P.PE.F.S. s.r.l. (Ed.). ISBN: 978 88 95665 22 1
Polidori P., Grati F., Bolognini L., Domenichetti F., Scarcella G., Fabi G. (2015). Towards a better management of Nassarius mutabilis (Linnaeus, 1758): Biometric and biological integrative study. ACTA ADRIAT., 56(2): 233-244.

IZSAM Teramo (2015). Progetto pilota per l’elaborazione e la sperimentazione di tecniche efficaci ed innovative per la reintroduzione della lumachina di mare (Nassarius mutabilis) nella costa chietina.